Alfredo Orecchio

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Alfredo Orecchio (Enna, 1º settembre 1915 – Roma, 2001) è stato uno scrittore, giornalista e critico cinematografico italiano.

Biografia

Fascista eterodosso, esordì giovanissimo come poeta su riviste siciliane, poi sul "Meridiano di Roma", quindi con un romanzo pubblicato da Vallecchi. Partecipò alla Guerra d'Etiopia e alla Seconda guerra mondiale e, dopo l'8 settembre, entrò nella Resistenza coi GAP. Dopo la Liberazione, proseguita con qualche successo fino agli anni '50 l'attività di romanziere, si dedicò al giornalismo culturale, prima al "Messaggero" poi a "Paese sera". Ha avuto tre figli: Fausta, fondatrice di Orecchio Acerbo, Rossella e Davide. Quest'ultimo, in Città distrutte, ha raccontato la "biografia infedele" del padre e della madre Oretta Bongarzoni (Pietro Migliorisi e Betta Rauch nel racconto) e al padre ha dedicato il libro Mio padre la rivoluzione[1]. Nel suo blog si possono leggere le lettere scritte al padre da Vittorio De Sica e Anna Magnani per ringraziarlo delle sue recensioni[2]

Opere principali

  • I guardiani, Firenze, Vallecchi, 1942
  • Febbre in Sicilia, Roma, Cosmopolita, 1945
  • Gli sposi sensibili, Roma, Reanda, 1948
  • Il sospetto, Milano, Feltrinelli, 1956

Note

  1. ^ Andrea Cortellessa, Il rosso e il nero, la cenere e l'oro. Davide Orecchio, corpo a corpo col Novecento, "Le parole e le cose", 25 Ottobre 2021
  2. ^ la pagina del blog
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