Le informazioni biografiche su Girolamo Colonna sono contraddittorie: alcune fonti affermano che fu figlio di Francesco Colonna di Sciarra e della sua consorte Vittoria Salviati e fratello minore di Prospero; altre fonti meglio documentate sostengono invece che fu figlio di Filippo II Colonna di Paliano e della sua seconda moglie Olimpia Pamphilj (figlia primogenita del principe Giovanni Battista)[1], nipote del cardinale Carlo e zio del cardinale Marcantonio[2].
Da papa Clemente XII fu nominato nel 1732 Prefetto o Maggiordomo dei Sacri Palazzi Apostolici[3], curando tra l'altro la realizzazione del palazzo della Consulta e il completamento della Fontana di Trevi[4]. Fu creato cardinale da papa Benedetto XIV nel concistoro del 9 settembre 1743, della diaconia di Sant'Angelo in Pescheria, e gli fu concessa la dispensa papale per non aver ancora ricevuto, al tempo della sua promozione, gli ordini minori (cosa che avvenne il 18 settembre dello stesso anno). Nello stesso anno fu nominato Gran priore dell'ordine dei cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme a Roma dove a sue spese inizia il restauro della villa[5].
Divenne vice-cancelliere di Santa Romana Chiesa e ricevette quindi il titolo di San Lorenzo in Damaso, propria di quella carica, mantenendo però la precedente in commenda, finché non la sostituì con quella di Santi Cosma e Damiano prima (1756) e con quella Sant'Agata alla Suburra poi (1760). Fu camerlengo di Santa Romana Chiesa dal 1756 fino alla sua morte.
Nel 1760 diviene erede universale per parte materna del patrimonio Pamphili a seguito delle disposizioni testamentarie dello zio, il principe Girolamo, che tra l'altro istituiva un lascito per il manentimento del cognome Pamphilj (che verrà assunto dal nipote Pietro Colonna Pamphili), entrando in possesso di numerose proprietà e feudi fra cui il palazzo sul Corso, il palazzo a piazza Navona, la villa fuori Porta San Pancrazio, la villa a Monte Magnanapoli, i palazzi a Viterbo e a San Martino al Cimino oltre alla villa sulla via Nomentana, dove inizia ad edificare il primo nucleo della villa che diverrà successivamente villa Torlonia[6].
^Ridolfino Venuti, Accurata, e succinta descrizione topografica e istorica di Roma moderna, 1766, Volume 1, p.102
Bibliografia
Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, XIV, Venezia, Tipografia Emiliana, 1842, p. 307.
Antonio Coppi, Memorie Colonnesi, Roma, Salviucci, 1855.
Alessandro Spila, Il cardinale Girolamo II Colonna: incarichi pubblici e committenza privata, in Marcello Fagiolo e Marisa Tabarrini (a cura di), Giuseppe Piermarini. Tra Barocco e Neoclassico Roma Napoli Caserta Foligno, Fabrizio Fabbri Editore, 2010, pp. 147-157.
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Collegamenti esterni
(EN) David M. Cheney, Girolamo Colonna, in Catholic Hierarchy.