Sacello di Venere Cloacina

Sacello di Venere Cloacina
Civiltàromana
UtilizzoArea sacra
Epocaincerta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
ComuneRoma
Mappa di localizzazione
Map
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Coordinate: 41°53′33.11″N 12°29′07.99″E / 41.892531°N 12.485553°E41.892531; 12.485553

Il sacello di Venere Cloacina era un piccolo luogo sacro situato nel Foro Romano, del quale oggi resta solo un basamento circolare in marmo a ovest della gradinata della basilica Emilia.[1]

La costruzione era dedicata alla dea Cloacina, di origine etrusca, più tardi identificata con Venere.

Denario del 42 a.C. Sul dritto: busto della Concordia. Al rovescio: le statue di Venere e Cloacina sulla piattaforma con balaustra metallica del sacello.
Ricostruzione del sacello secondo Hülsen (1906).

Storia

Presso il sacello di Venere Cloacina si sarebbero svolti alcuni episodi della mitologia romana delle origini.

Per il racconto di Plinio il Vecchio, quando i Romani e le Sabine decisero di instaurare la pace, depositarono le armi presso il sacello e si purificarono con rametti di mirto.

Vicino al sacello si sarebbe svolta l'uccisione di Verginia da parte del padre, per salvarne la virtù dalle mire del decemviro Appio Claudio.[2]

Il sacello

Il sacello venne costruito sulla Via Sacra nei pressi dell'area della Tabernae Novae, che successivamente venne rimossa per far spazio alla Basilica Emilia.

«Allora Virginio, perduta ogni speranza, pregò Appio che gli concedesse di dire addio alla figlia, e avutane licenza, la trasse insieme con la nutrice verso il sacello di Cloacina, presso le taberne chiamate poi Nuove...»

(Tito Livio,Ab Urbe condita libri, III, 48.)

Il sacello si trova sopra una costruzione di tufo, che scende tre metri sotto l'attuale piano, nel punto in cui la Cloaca entra nel Foro.[1]

Si credeva che il sacello fosse l'ingresso al sistema delle fognature, ma tale prova non è stata confermata poiché attualmente rimangono solo le fondamenta dell'edificio[senza fonte]. Gli archeologi hanno comunque sviluppato un'idea dell'aspetto del sacello poiché esso è riportato sul retro di una moneta emessa durante il secondo triumvirato.

Raffigurato su monete, si trattava di una piccola costruzione a cielo aperto, con un basso recinto circolare metallico che conteneva due statue di culto, citate per esempio dal commentatore di Virgilio, Servio Mario Onorato, che probabilmente raffiguravano l'antica divinità latina Cloacina e Venere.[senza fonte]

Planimetria del Foro Romano
Basilica
Sempronia
Tempio
della
Concordia
Tempio dei
Dioscuri
Tempio di
Vesta
Regia
Basilica
Fulvia poi Emilia
Sacello di Venere Cloacina
Tempio di
Saturno
Curia
Hostilia
Basilica
Porcia
Senaculum
Altare di
Saturno
Mundus
Basilica
Opimia


Basilica
Giulia
Tempio dei
Dioscuri
Tempio di
Vesta
Regia
Basilica
Emilia
Sacello di Venere Cloacina
Tempio
di Cesare
Tempio
di Antonino
e Faustina
Arco
di Augusto
Curia
Giulia
Tempio di
Saturno
Tempio della
Concordia
Tempio di
Vespasiano
Portico degli
Dei Consenti
Arco di
Settimio Severo


Piano del Foro romano repubblicano
Piano del Foro romano imperiale


Note

  1. ^ a b XXII. Sacellum Cloacinae, su penelope.uchicago.edu. URL consultato il 28 gennaio 2023.
  2. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, III, 48.

Bibliografia

  • Filippo Coarelli, Guida archeologica di Roma, Verona, Arnoldo Mondadori Editore, 1984, p. 61, ISBN non esistente.
  • Alessandra Bravi, Ornamenta Urbis. Opere d'arte greche negli spazi romani, Bari, Edipuglia, 2012, p. 102, ISBN 978-88-7228-680-7.

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