Teoria dei caratteri

In matematica la teoria dei caratteri è una branca della teoria delle rappresentazioni dei gruppi ed è molto usata in teoria dei numeri; in particolare è fondamentale per la dimostrazione del teorema di Dirichlet e del teorema di Burnside.

Definizione di carattere

Sia V {\displaystyle V} uno spazio vettoriale sul campo K {\displaystyle K} e sia ρ : G G L ( V ) {\displaystyle \rho \colon G\to \mathrm {GL} (V)} una rappresentazione del gruppo G {\displaystyle G} su V {\displaystyle V} . Il carattere della rappresentazione ρ {\displaystyle \rho } è, per definizione, la mappa χ ρ : G K {\displaystyle \chi _{\rho }\colon G\to K} che manda g G {\displaystyle g\in G} nella traccia della matrice rappresentativa dell'automorfismo ρ ( g ) {\displaystyle \rho (g)} :

χ ρ ( g ) = Tr ( ρ ( g ) ) . {\displaystyle \chi _{\rho }(g)={\mbox{Tr}}(\rho (g)).}

Proprietà

Il carattere di una trasformazione presenta alcune particolari proprietà.

Sia ρ {\displaystyle \rho } una rappresentazione del gruppo G {\displaystyle G} sullo spazio vettoriale V {\displaystyle V} e sia χ ρ {\displaystyle \chi _{\rho }} il suo carattere allora possiamo dire che:

  1. χ ( 1 G ) {\displaystyle \chi (1_{G})} è uguale alla dimensione dello spazio vettoriale V {\displaystyle V} infatti:
    χ ( 1 G ) = T r ( ρ ( 1 G ) ) = T r ( 1 G L ( V ) ) {\displaystyle \chi (1_{G})=\mathrm {Tr} (\rho (1_{G}))=\mathrm {Tr} (1_{\mathrm {GL} (V)})}
    e dato che 1 G L ( V ) {\displaystyle 1_{\mathrm {GL} (V)}} è la matrice identica dello spazio vettoriale V {\displaystyle V} la sua traccia è uguale alla sua dimensione.
  2. χ {\displaystyle \chi } è costante sulle classi di coniugio. In altre parole se x {\displaystyle x} e g {\displaystyle g} sono due elementi di G, si ha χ ( g 1 x g ) = χ ( x ) {\displaystyle \chi (g^{-1}xg)=\chi (x)} . Il motivo è che la traccia è invariante per similitudine, cioè matrici simili hanno la stessa traccia.
  3. Due rappresentazioni ρ : G G L ( V ) {\displaystyle \rho \colon G\to \mathrm {GL} (V)} e π : G G L ( U ) {\displaystyle \pi \colon G\to \mathrm {GL} (U)} si dicono isomorfe se esiste un isomorfismo ϕ : V U {\displaystyle \phi \colon V\to U} tale che:
    ϕ π ( g ) ϕ 1 = ρ ( g ) {\displaystyle \phi \circ \pi (g)\circ \phi ^{-1}=\rho (g)}
    per ogni elemento g {\displaystyle g} del gruppo G {\displaystyle G} . Quindi se π {\displaystyle \pi } e ρ {\displaystyle \rho } sono isomorfe allora, poiché la traccia è invariante per similitudine, avranno lo stesso carattere ( χ π = χ ρ {\displaystyle \chi _{\pi }=\chi _{\rho }} ).
  4. Se G {\displaystyle G} è un gruppo finito di ordine n {\displaystyle n} allora χ ( g ) {\displaystyle \chi (g)} appartiene al sovracampo di K {\displaystyle K} generato dalle radici n {\displaystyle n} -esime di 1 {\displaystyle 1} . Infatti poiché g n = 1 {\displaystyle g^{n}=1} per ogni g G {\displaystyle g\in G} si ha anche ρ ( g ) n = 1 {\displaystyle \rho (g)^{n}=1} per ogni g G {\displaystyle g\in G} e quindi gli autovalori di ρ ( g ) {\displaystyle \rho (g)} sono radici n {\displaystyle n} -esime di 1 {\displaystyle 1} .

Carattere di una somma diretta

Siano V {\displaystyle V} e W {\displaystyle W} due spazi vettoriali sul campo K {\displaystyle K} e π : G G L ( V ) {\displaystyle \pi :G\to \mathrm {GL} (V)} , ρ : G G L ( W ) {\displaystyle \rho :G\to \mathrm {GL} (W)} due rappresentazioni di G {\displaystyle G} . Se definiamo π g := π ( g ) {\displaystyle \pi _{g}:=\pi (g)} e ρ g := ρ ( g ) {\displaystyle \rho _{g}:=\rho (g)} , la somma diretta di π {\displaystyle \pi } e ρ {\displaystyle \rho } è la rappresentazione

π ρ : G G L ( V W ) {\displaystyle \pi \oplus \rho :G\to \mathrm {GL} (V\oplus W)}

definita così:

( π ρ ) g := π g ρ g , {\displaystyle (\pi \oplus \rho )_{g}:=\pi _{g}\oplus \rho _{g},}

dove π g ρ g {\displaystyle \pi _{g}\oplus \rho _{g}} è l'applicazione che manda ( v , w ) {\displaystyle (v,w)} , appartenente V × W {\displaystyle V\times W} , in ( π g v , ρ g w ) {\displaystyle (\pi _{g}v,\rho _{g}w)} , sempre appartenente a V × W {\displaystyle V\times W} .

Si ha evidentemente

χ π ρ ( g ) = T r ( ( π ρ ) g ) = T r ( π g ρ g ) = T r ( π g ) + T r ( ρ g ) = χ π ( g ) + χ ρ ( g ) , {\displaystyle \chi _{\pi \oplus \rho }(g)=\mathrm {Tr} ((\pi \oplus \rho )_{g})=\mathrm {Tr} (\pi _{g}\oplus \rho _{g})=\mathrm {Tr} (\pi _{g})+\mathrm {Tr} (\rho _{g})=\chi _{\pi }(g)+\chi _{\rho }(g),}

questo per ogni g {\displaystyle g} in G {\displaystyle G} e quindi:

χ π ρ = χ π + χ ρ . {\displaystyle \chi _{\pi \oplus \rho }=\chi _{\pi }+\chi _{\rho }.}

Carattere di un prodotto tensoriale

Siano V {\displaystyle V} e W {\displaystyle W} due spazi vettoriali sul campo K {\displaystyle K} e π : G G L ( V ) {\displaystyle \pi :G\to \mathrm {GL} (V)} , ρ : G G L ( W ) {\displaystyle \rho \colon G\to \mathrm {GL} (W)} due rappresentazioni di G {\displaystyle G} . Se definiamo π ( g ) = π g {\displaystyle \pi (g)=\pi _{g}} e ρ ( g ) = ρ g {\displaystyle \rho (g)=\rho _{g}} , il prodotto tensoriale di π {\displaystyle \pi } e ρ {\displaystyle \rho } è la rappresentazione

π ρ : G G L ( V K W ) {\displaystyle \pi \otimes \rho \colon G\to \mathrm {GL} (V\otimes _{K}W)}

definita così:

( π ρ ) g := π g ρ g , {\displaystyle (\pi \otimes \rho )_{g}:=\pi _{g}\otimes \rho _{g},}

dove π g ρ g {\displaystyle \pi _{g}\otimes \rho _{g}} manda

i v i w i {\displaystyle \sum _{i}v_{i}\otimes w_{i}}

in

i π g ( v i ) ρ g ( w i ) . {\displaystyle \sum _{i}\pi _{g}(v_{i})\otimes \rho _{g}(w_{i}).}

Tale prodotto tensoriale ha la proprietà seguente: se x {\displaystyle x} e y {\displaystyle y} sono le matrici di due applicazioni lineari f : V V {\displaystyle f\colon V\to V} , g : W W {\displaystyle g\colon W\to W} rispetto alle basi { v i   |   i } {\displaystyle \{v_{i}\ |\ i\}} di V {\displaystyle V} e { w i   |   i } {\displaystyle \{w_{i}\ |\ i\}} di W {\displaystyle W} , il loro prodotto tensoriale f g {\displaystyle f\otimes g} è rappresentato dal prodotto di Kronecker di x {\displaystyle x} e y {\displaystyle y} , indicato con x y {\displaystyle x\otimes y} , rispetto alla base { v i w j   |   i , j } {\displaystyle \{v_{i}\otimes w_{j}\ |\ i,j\}} di V K W {\displaystyle V\otimes _{K}W} .

Dalla proprietà

t r ( x y ) = t r ( x ) t r ( y ) {\displaystyle \mathrm {tr} (x\otimes y)=\mathrm {tr} (x)\mathrm {tr} (y)}

segue che

χ π ρ = χ π χ ρ . {\displaystyle \chi _{\pi \otimes \rho }=\chi _{\pi }\cdot \chi _{\rho }.}

Carattere della potenza simmetrica seconda

Dato uno spazio vettoriale V {\displaystyle V} su K {\displaystyle K} di dimensione n {\displaystyle n} , la potenza simmetrica m {\displaystyle m} -esima di V {\displaystyle V} è lo spazio vettoriale su K {\displaystyle K} , indicato con S m ( V ) {\displaystyle S^{m}(V)} , generato dai prodotti simmetrici del tipo v 1 v m {\displaystyle v_{1}\cdot \dots \cdot v_{m}} dove i v i {\displaystyle v_{i}} appartengono a V {\displaystyle V} e i prodotti di somme sono ottenuti imponendo l'usuale distributività. La costruzione è funtoriale nel senso che ad ogni mappa lineare φ : V W {\displaystyle \varphi :V\to W} si può associare la sua potenza simmetrica m {\displaystyle m} -esima

S m ( φ ) : S m ( V ) S m ( W ) {\displaystyle S^{m}(\varphi ):S^{m}(V)\to S^{m}(W)}

mandando v 1 v m {\displaystyle v_{1}\dots v_{m}} in φ ( v 1 ) φ ( v m ) {\displaystyle \varphi (v_{1})\dots \varphi (v_{m})} .

Se { e 1 , e n } {\displaystyle \{e_{1},\dots e_{n}\}} è una base di V {\displaystyle V} allora una base di S m ( V ) {\displaystyle S^{m}(V)} è data dai prodotti e 1 i 1 e n i n {\displaystyle {e_{1}}^{i_{1}}\cdot \dots \cdot {e_{n}}^{i_{n}}} dove i 1 + + i n = m {\displaystyle i_{1}+\dots +i_{n}=m} . Si ha quindi:

dim K ( S m ( V ) ) = ( n + m 1 m ) . {\displaystyle \dim _{K}(S^{m}(V))={\binom {n+m-1}{m}}.}

Ad ogni rappresentazione ρ : G G L ( V ) {\displaystyle \rho :G\to \mathrm {GL} (V)} possiamo associare la rappresentazione S m ( ρ ) : G G L ( s m ( V ) ) {\displaystyle S^{m}(\rho ):G\to \mathrm {GL} (s^{m}(V))} definita mandando g {\displaystyle g} in S m ( ρ ( g ) ) {\displaystyle S^{m}(\rho (g))} . Se m = 2 {\displaystyle m=2} , si ha

χ S 2 ( ρ ) ( g ) = 1 2 ( χ ρ ( g ) 2 + χ ρ ( g 2 ) ) {\displaystyle \chi _{S^{2}(\rho )}(g)={\frac {1}{2}}\left(\chi _{\rho }(g)^{2}+\chi _{\rho }(g^{2})\right)}

Carattere della potenza esterna seconda

Dato uno spazio vettoriale V {\displaystyle V} sul campo K {\displaystyle K} , di dimensione n {\displaystyle n} e con la base { v 1 , v n } {\displaystyle \{v_{1},\dots v_{n}\}} , la potenza esterna m {\displaystyle m} -esima di V {\displaystyle V} è lo spazio vettoriale su K {\displaystyle K} indicato con Λ m ( V ) {\displaystyle \Lambda ^{m}(V)} e generato dai prodotti multilineari alternanti v 1 v m {\displaystyle v_{1}\wedge \dots \wedge v_{m}} dove i v i {\displaystyle v_{i}} sono vettori di V {\displaystyle V} e i prodotti di somme sono ottenuti imponendo l'usuale distributività. La costruzione è funtoriale nel senso che ad ogni applicazione φ : V W {\displaystyle \varphi \colon V\to W} si può associare la sua potenza esterna m {\displaystyle m} -esima Λ m ( φ ) : Λ m ( V ) Λ m ( W ) {\displaystyle \Lambda ^{m}(\varphi ):\Lambda ^{m}(V)\to \Lambda ^{m}(W)} mandando v 1 v m {\displaystyle v_{1}\wedge \dots \wedge v_{m}} in φ ( v 1 ) φ ( v m ) {\displaystyle \varphi (v_{1})\wedge \dots \wedge \varphi (v_{m})} .

Se { e 1 , , e n } {\displaystyle \{e_{1},\dots ,e_{n}\}} è una base per V {\displaystyle V} allora una base di Λ m ( V ) {\displaystyle \Lambda ^{m}(V)} è data dai prodotti e i 1 e i m {\displaystyle e_{i_{1}}\wedge \dots \wedge e_{i_{m}}} dove i 1 < < i m { 1 , , n } {\displaystyle i_{1}<\dots <i_{m}\in \{1,\dots ,n\}} . Si ha quindi

dim K ( Λ m ( V ) ) = ( n m ) {\displaystyle \dim _{K}(\Lambda ^{m}(V))={\binom {n}{m}}}

Ad ogni rappresentazione ρ : G G L ( V ) {\displaystyle \rho :G\to \mathrm {GL} (V)} possiamo associare la rappresentazione Λ m ( ρ ) : G G L ( Λ m ( V ) ) {\displaystyle \Lambda ^{m}(\rho ):G\to \mathrm {GL} (\Lambda ^{m}(V))} definita mandando g {\displaystyle g} in Λ m ( ρ g ) {\displaystyle \Lambda ^{m}(\rho _{g})} . Si ha

χ Λ 2 ( ρ ) ( g ) = 1 2 ( χ ρ ( g ) 2 χ ρ ( g 2 ) ) . {\displaystyle \chi _{\Lambda ^{2}(\rho )}(g)={\frac {1}{2}}(\chi _{\rho }(g)^{2}-\chi _{\rho }(g^{2})).}

Relazioni di ortogonalità

Siano ( U , π ) {\displaystyle (U,\pi )} , ( V , ρ ) {\displaystyle (V,\rho )} due rappresentazioni del gruppo finito G {\displaystyle G} sul campo K {\displaystyle K} , e sia φ : U V {\displaystyle \varphi \colon U\to V} un'applicazione lineare. Nel caso in cui la caratteristica di K {\displaystyle K} non divide l'ordine di G {\displaystyle G} definiamo

φ 0 := 1 | G | g G ρ g φ π g 1 . {\displaystyle \varphi _{0}:={\frac {1}{|G|}}\sum _{g\in G}\rho _{g}\varphi \pi _{g}^{-1}.}

Si tratta di un'applicazione K-lineare U V {\displaystyle U\to V} , ed ha la proprietà fondamentale di essere G {\displaystyle G} -invariante, nel senso che φ 0 ( π h ( u ) ) = ρ h ( φ 0 ( u ) ) {\displaystyle \varphi _{0}(\pi _{h}(u))=\rho _{h}(\varphi _{0}(u))} per ogni h G {\displaystyle h\in G} , u U {\displaystyle u\in U} .

Nel caso particolare in cui il campo K {\displaystyle K} è algebricamente chiuso e le rappresentazioni ( U , π ) {\displaystyle (U,\pi )} , ( V , ρ ) {\displaystyle (V,\rho )} sono irriducibili, il lemma di Schur ci dice che:

  1. se π ρ {\displaystyle \pi \not \cong \rho } allora φ 0 = 0 {\displaystyle \varphi _{0}=0} ;
  2. se π = ρ {\displaystyle \pi =\rho } allora φ 0 {\displaystyle \varphi _{0}} è la moltiplicazione per lo scalare t r ( φ ) / dim K ( V ) {\displaystyle \mathrm {tr} (\varphi )/\dim _{K}(V)} .

La seconda asserzione è giustificata dal fatto che detto λ {\displaystyle \lambda } l'autovalore di φ 0 {\displaystyle \varphi _{0}} si ha

λ dim K ( V ) = t r ( φ 0 ) = t r ( 1 | G | g G ρ g φ ρ g 1 ) = 1 | G | g G t r ( ρ g φ ρ g 1 ) = 1 | G | g G t r ( φ ) = t r ( φ ) . {\displaystyle \lambda \dim _{K}(V)=\mathrm {tr} (\varphi _{0})=\mathrm {tr} \left({\frac {1}{|G|}}\sum _{g\in G}\rho _{g}\varphi \rho _{g}^{-1}\right)={\frac {1}{|G|}}\sum _{g\in G}\mathrm {tr} (\rho _{g}\varphi \rho _{g}^{-1})={\frac {1}{|G|}}\sum _{g\in G}\mathrm {tr} (\varphi )=\mathrm {tr} (\varphi ).}

Pensiamo ora a π g ,   ρ g {\displaystyle \pi _{g},\ \rho _{g}} come a matrici ed indichiamone le componenti con π i j ( g ) {\displaystyle \pi _{ij}(g)} e ρ h k ( g ) {\displaystyle \rho _{hk}(g)} con 1 i {\displaystyle 1\leq i} , j m {\displaystyle j\leq m} , 1 h {\displaystyle 1\leq h} , k n {\displaystyle k\leq n} . Se K {\displaystyle K} è un campo algebricamente chiuso di caratteristica che non divide l'ordine di G {\displaystyle G} , le precedenti asserzioni tradotte in termini matriciali diventano le seguenti.

  1. Se π ρ {\displaystyle \pi \not \cong \rho } allora
    1 | G | g G π i j ( g ) ρ h k ( g 1 ) = 0. {\displaystyle {\frac {1}{|G|}}\sum _{g\in G}\pi _{ij}(g)\rho _{hk}(g^{-1})=0.}
  2. Se π = ρ {\displaystyle \pi =\rho } allora
    1 | G | g G π i j ( g ) π h k ( g 1 ) = 1 n δ i k δ j h . {\displaystyle {\frac {1}{|G|}}\sum _{g\in G}\pi _{ij}(g)\pi _{hk}(g^{-1})={\frac {1}{n}}\delta _{ik}\delta _{jh}.}

Qui il simbolo δ i j {\displaystyle \delta _{ij}} è il delta di Kronecker.

Prima relazione di ortogonalità

Sia K {\displaystyle K} un campo algebricamente chiuso di caratteristica zero. Ricordiamo che per il teorema di Maschke ogni carattere di un generico gruppo G {\displaystyle G} sul campo K {\displaystyle K} si scrive come somma di caratteri irriducibili.

Consideriamo la seguente forma bilineare simmetrica non degenere sullo spazio vettoriale delle funzioni G K {\displaystyle G\to K} :

B ( ϕ , ψ ) := 1 | G | g G ϕ ( g ) ψ ( g 1 ) . {\displaystyle B(\phi ,\psi ):={\frac {1}{|G|}}\sum _{g\in G}\phi (g)\psi (g^{-1}).}

Il risultato precedente implica che se χ {\displaystyle \chi } e θ {\displaystyle \theta } sono due caratteri irriducibili relativi a due rappresentazioni di un gruppo finito G {\displaystyle G} sugli spazi vettoriali V {\displaystyle V} , W {\displaystyle W} , entrambi nel campo K {\displaystyle K} , il valore di B ( χ , θ ) {\displaystyle B(\chi ,\theta )} è 1 se χ = θ {\displaystyle \chi =\theta } ed è 0 se χ θ {\displaystyle \chi \neq \theta } . Questo risultato prende il nome di prima relazione di ortogonalità di Schur.

La prima relazione di ortogonalità ha conseguenze di estrema importanza:

  1. Caratteri irriducibili distinti sono linearmente indipendenti. Siano infatti χ 1 , , χ s {\displaystyle \chi _{1},\dots ,\chi _{s}} caratteri irriducibili distinti del gruppo finito G {\displaystyle G} , e valga a 1 χ 1 + + a s χ s = 0 {\displaystyle a_{1}\chi _{1}+\dots +a_{s}\chi _{s}=0} con a 1 , , a s K {\displaystyle a_{1},\dots ,a_{s}\in K} . Allora per ogni i = 1 , , s {\displaystyle i=1,\dots ,s} si ha
    0 = B ( a 1 χ 1 + + a s χ s , χ i ) = a i B ( χ i , χ i ) = a i {\displaystyle 0=B(a_{1}\chi _{1}+\dots +a_{s}\chi _{s},\chi _{i})=a_{i}B(\chi _{i},\chi _{i})=a_{i}} .
  2. Il numero di caratteri irriducibili di G {\displaystyle G} è minore o uguale del numero di classi di coniugio di G {\displaystyle G} . Siano infatti C 1 , , C t {\displaystyle C_{1},\dots ,C_{t}} le classi di coniugio di G {\displaystyle G} . Data C = C i {\displaystyle C=C_{i}} possiamo considerare la funzione f C : G K {\displaystyle f_{C}:G\to K} che vale 1 su C {\displaystyle C} e 0 fuori da C {\displaystyle C} . Risulta che le funzioni f C 1 , , f C t {\displaystyle f_{C_{1}},\dots ,f_{C_{t}}} sono linearmente indipendenti ed ogni carattere è combinazione lineare di esse, quindi per il punto precedente i caratteri irriducibili di G {\displaystyle G} sono al più t {\displaystyle t} .
  3. Siano θ {\displaystyle \theta } e χ {\displaystyle \chi } i caratteri delle rappresentazioni irriducibili U {\displaystyle U} e V {\displaystyle V} di G {\displaystyle G} , ed assumiamo che χ {\displaystyle \chi } sia irriducibile. Allora la molteplicità di χ {\displaystyle \chi } in θ {\displaystyle \theta } è uguale a B ( θ , χ ) {\displaystyle B(\theta ,\chi )} . In altre parole detti χ 1 , , χ s {\displaystyle \chi _{1},\dots ,\chi _{s}} caratteri irriducibili tali che θ = χ 1 + + χ s {\displaystyle \theta =\chi _{1}+\dots +\chi _{s}} (esistono per il teorema di Maschke), si ha che
    B ( θ , χ ) = B ( χ 1 , χ ) + + B ( χ s , χ ) {\displaystyle B(\theta ,\chi )=B(\chi _{1},\chi )+\ldots +B(\chi _{s},\chi )}
    inoltre B ( χ i , χ ) {\displaystyle B(\chi _{i},\chi )} vale 1 {\displaystyle 1} se e solo se χ i = χ {\displaystyle \chi _{i}=\chi } , altrimenti vale 0 {\displaystyle 0} . In particolare la scrittura di un carattere come somma di caratteri irriducibili è unica.
  4. Sia χ {\displaystyle \chi } un carattere di G {\displaystyle G} . Si ha B ( χ , χ ) N {\displaystyle B(\chi ,\chi )\in \mathbb {N} } e B ( χ , χ ) = 1 {\displaystyle B(\chi ,\chi )=1} se e solo se χ {\displaystyle \chi } è irriducibile. Infatti detta χ = m 1 χ 1 + + m s χ s {\displaystyle \chi =m_{1}\chi _{1}+\dots +m_{s}\chi _{s}} la decomposizione di χ {\displaystyle \chi } come somma di caratteri irriducibili, si ha:
    B ( χ , χ ) = m 1 2 + + m s 2 . {\displaystyle B(\chi ,\chi )=m_{1}^{2}+\ldots +m_{s}^{2}.}
  5. Si dice carattere principale di G {\displaystyle G} e si indica con χ 1 {\displaystyle \chi _{1}} o più semplicemente con 1 {\displaystyle 1} il carattere tale che χ 1 ( g ) = 1 {\displaystyle \chi _{1}\left(g\right)=1} per ogni g G {\displaystyle g\in G} . Si tratta di un carattere irriducibile dato che B ( 1 , 1 ) = 1 {\displaystyle B(1,1)=1} . Per ogni carattere irriducibile χ {\displaystyle \chi } diverso da 1 {\displaystyle 1} la prima relazione di ortogonalità dice che B ( χ , 1 ) = 0 {\displaystyle B(\chi ,1)=0} , è cioè la seguente uguaglianza:
    g G χ ( g ) = 0. {\displaystyle \sum _{g\in G}\chi (g)=0.}
  6. Il lemma di Burnside dice semplicemente che dato un carattere di permutazione χ {\displaystyle \chi } relativo ad un'azione transitiva si ha B ( χ , 1 ) = 1 {\displaystyle B(\chi ,1)=1} , ovvero χ = 1 + θ {\displaystyle \chi =1+\theta } per un opportuno carattere θ {\displaystyle \theta } che non ha 1 nella decomposizione. Siccome
    B ( χ 1 , χ 1 ) = B ( χ , χ ) 1 = r 1 {\displaystyle B(\chi -1,\chi -1)=B(\chi ,\chi )-1=r-1}
    dove r {\displaystyle r} è il rango del gruppo di permutazione G {\displaystyle G} , possiamo per esempio dedurre che G {\displaystyle G} è 2-transitivo se e solo se il suo carattere si scrive come 1 + θ {\displaystyle 1+\theta } per qualche carattere irriducibile θ {\displaystyle \theta } che non ha 1 {\displaystyle 1} nella decomposizione.
  7. La rappresentazione regolare di G {\displaystyle G} è la rappresentazione lineare associata all'azione di G {\displaystyle G} su G {\displaystyle G} per moltiplicazione a destra. Siccome il numero di punti fissi di ogni elemento non identico in questa rappresentazione è uguale a zero, il suo carattere è il seguente: χ ( g ) = 0 {\displaystyle \chi (g)=0} se g 1 {\displaystyle g\neq 1} , e χ ( 1 ) = | G | {\displaystyle \chi (1)=|G|} . Siano ora χ 1 , , χ s {\displaystyle \chi _{1},\dots ,\chi _{s}} i caratteri irriducibili di G {\displaystyle G} . Calcoliamo
    B ( χ , χ i ) = 1 | G | g G χ ( g ) χ i ( g 1 ) = 1 | G | | G | χ i ( 1 ) = χ i ( 1 ) . {\displaystyle B(\chi ,\chi _{i})={\frac {1}{|G|}}\sum _{g\in G}\chi (g)\chi _{i}(g^{-1})={\frac {1}{|G|}}\cdot |G|\cdot \chi _{i}(1)=\chi _{i}(1).}
    In altre parole ogni carattere irriducibile compare come componente irriducibile della rappresentazione regolare di G {\displaystyle G} con molteplicità uguale al suo grado. Detto n i {\displaystyle n_{i}} il grado di χ i {\displaystyle \chi _{i}} per i = 1 , , s {\displaystyle i=1,\dots ,s} , si ha quindi n 1 2 + + n s 2 = B ( χ , χ ) = | G | {\displaystyle n_{1}^{2}+\dots +n_{s}^{2}=B(\chi ,\chi )=|G|} . Questa uguaglianza prende il nome di formula della somma dei quadrati o n {\displaystyle n} -esimo teorema di Burnside.

Seconda relazione di ortogonalità

Sia G {\displaystyle G} un gruppo finito e siano χ 1 , , χ s {\displaystyle \chi _{1},\ldots ,\chi _{s}} le sue rappresentazioni irriducibili sul campo C {\displaystyle \mathbb {C} } dei numeri complessi. Dati h , g G {\displaystyle h,g\in G} si ha

i = 1 s χ i ( h ) χ i ( g ) ¯ = | C G ( h ) | {\displaystyle \sum _{i=1}^{s}\chi _{i}(h){\overline {\chi _{i}(g)}}=|C_{G}(h)|}

se h {\displaystyle h} e g {\displaystyle g} sono coniugati in G {\displaystyle G} , altrimenti

i = 1 s χ i ( h ) χ i ( g ) ¯ = 0. {\displaystyle \sum _{i=1}^{s}\chi _{i}(h){\overline {\chi _{i}(g)}}=0.}
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